Si tratta di un mestiere altamente specializzato, che richiede una varietà di competenze.
Oggi gli editori (i grandi, soprattutto) spesso puntano su progetti di autori o celebrità con target di pubblici significativi: questa tipologia di collaboratore è sempre più richiesta.
Secondo Gail Ross, agente letterario veterano della Ross Yoon Agency di Washington, DC, metà dei libri che vende richiedono un ghostwriter. Per questo non ritiene che il ruolo sia necessariamente “cresciuto” in importanza, ma che ne abbia sempre avuta molta.
Allo stesso tempo è
vero «che all'epoca nessuno voleva dire di aver chiesto supporto a un collaboratore o un ghostwriter, e ora invece è una scelta rispettata. È anche riconosciuto dalla maggior parte delle persone [che si appoggiano a collaboratori] che era l'unico modo per realizzare il loro libro".
È stata proprio la crescente domanda di libri sulle celebrità ad aver creato una maggiore necessità di ghostwriter di alto livello. Madeleine Morel, un'agente letteraria che ha passato la sua carriera a rappresentare i ghostwriter, crede che questo abbia portato a una svolta: “Dico sempre che sono i tempi migliori e quelli peggiori. Migliori perché là fuori c'è più lavoro che mai, peggiori perché anche il numero di ghostwriter è aumentato”.
Se un tempo ammettere di essersi appoggiati a un ghostwriter era impensabile, oggi rappresenta una scelta di tutto rispetto.
Fonte: Messaggerie Libri