Domanda: Com'era il settore dell'editoria negli anni 90?
Risposta: Il baricentro dell'editoria negli anni 90 era il mercato della vendita dei libri cartacei tramite le librerie fisiche, all'incirca l'80% delle vendite di libri in Italia, il numero di titoli in commercio all'incirca di 160-170 mila, la nascita del database Alice su CD-ROM con le novità in uscita, i prezzi, le ristampe. È negli anni 90 che i più importanti editori/distributori si associano per creare il Teleordering, il primo sistema di gestione degli ordini tramite la trasmissione telematica via computer al posto del Fax o del telefono o delle schedine cartacee consegnate a mano dai librai ai centri distributivi periferici. Le reti di vendita degli editori erano centrali nella promozione delle novità ai librai e la cura dell'assortimento del catalogo. Il marketing editoriale aveva il suo massimo punto di forza e visibilità nelle recensioni dei quotidiani e nell'autorevolezza dei giornalisti recensori. L'editoria «impegnata» di editori come Einaudi, Laterza, Garzanti, Feltrinelli attraverso il catalogo e di Mondadori, Rizzoli, Longanesi, Sperling&Kupfer attraverso il lancio di best seller rappresentavano il traino di un mercato in leggera crescita anno su anno, in cui cominciavano ad assumere importanza l'editoria per ragazzi, la manualistica, le guide, la saggistica leggera o «varia» così definita (nascono in quell'epoca i libri umoristici di Giobbe Covatta e «Le formiche nel loro piccolo si incazzano» di Einaudi che fece all'epoca scalpore).
D: Una stagione d'oro durata poco.
R: I libri d'arte, di immagine, di fotografia e i libri di storia diventano più popolari, i generi cambiano e si reinventano come la categoria della «varia», sinonimo di una lettura rivolta a un pubblico più vasto e di lettori anche deboli. Il «tascabile» (libri di catalogo più venduti a prezzi contenuti) diventa il serbatoio principale dei libri che durano nel tempo, i long-sellers, e attraggono un pubblico giovanile con meno capacità di spesa. Il vero divario che ci separa in quegli anni dai Paesi europei più evoluti nei generi editoriali è lo scarso peso della saggistica, dei libri tecnico-professionali, dei libri per ragazzi , della manualistica e il peso preponderante della narrativa in Italia.
D: Che cosa sta succedendo adesso a librai ed editori?
R: Oggi il mercato del libro in Italia gode di una profonda ricchezza di editori e di titoli in commercio (i titoli in commercio sono all'incirca 1,4 milioni), di canali di vendita (l'e-commerce nel 2020 ha raggiunto anche grazie alla pandemia il 40% di assorbimento nelle vendite di libri cartacei in Italia), le grandi librerie, la grande distribuzione, le librerie nei centri commerciali, nei punti di trasferimento e di viaggio (aereoporti-stazioni-autostrade), le vendite di e-book (all'incirca il 10% del mercato in Italia), la ripresa delle librerie di quartiere, il mondo digitale nella promozione e nella diffusione delle informazioni sui libri e degli autori (i social, i podcast, le presentazioni degli autori su Zoom), la televisione e il ruolo da opinion maker dei principali autori italiani (i festival letterari diffusi in diverse province italiane; i teatri pieni di lettori in ascolto di autori affermati), la nascita di nuovi generi editoriali (i libri sulla salute, il benessere fisico e psicologico, le diete, la sostenibilità, i temi ecologici, religiosi, le nuove frontiere tecnologiche, i fumetti, i manga, i libri di storia e di attualità divulgativi, i personaggi seriali da serie tv dei gialli, i film tratti dai libri), la crescita dei libri per bambini e ragazzi e nuovi fenomeni editoriali come i fumetti e i manga, che avvicinano sempre più i giovani alle librerie fisiche e non solo on-line, oltreché le fumetterie.
Ultimo, ma non per questo non essenziale, la centralità del libro e delle librerie nelle politiche degli ultimi governi, ma soprattutto del ministro della cultura Franceschini che ha mantenuto e sviluppato politiche a sostegno dei libri in Italia. I due più importanti interventi strutturali di sviluppo del mercato sono tutt'ora l'App18, una dotazione di 500 euro per i diciottenni per l'acquisto anche di libri e la Carta del Docente per gli insegnanti e le politiche a sostegno delle librerie fisiche, che elevano l'Italia a paese all'avanguardia nel campo della cultura europea. Il libro e le librerie promossi a «beni essenziali» durante la pandemia, a conferma di un cambio di atteggiamento radicale nel nostro Paese e di fiducia nel futuro.
D: Che impatto ha la transizione tecnologica nella fruizione dei contenuti?
R: La smaterializzazione del contenuto editoriale non è avvenuta come in altri contenuti adiacenti: la musica o i film o i periodici e quotidiani. La pandemia in questo senso ha sovvertito alcune certezze e luoghi comuni. Il libro fisico è davvero un po' «come il martello» diceva Umberto Eco: una tecnologia semplice, comoda, abbordabile, economicamente sostenibile, riciclabile, multigenerazionale. Il mondo digitale creatosi all'improvviso durante i lockdown attorno al libro ha moltiplicato le occasioni di promozione e diffusione della cultura e degli autori e ha anche abbassato molto i costi del marketing complessivo (oggi con un evento qualsiasi organizzato su Zoom diffondi contenuti a migliaia di persone ad un costo molto basso). Si è ridotta, se non quasi eliminata con i nuovi strumenti digitali, la distanza tra giovani e lettura, tra giovani e cultura.
I nuovi temi della sostenibilità e del benessere diffusi tramite i social e le occasioni digitali senza confini fisici, hanno avuto un effetto benefico sui libri, come catalizzatori finali a costi accessibili.
D: Le nuove tecnologie hanno ridotto i costi alzando anche i margini allo stesso modo?
R: La sfida delle nuove tecnologie è anche l'utilizzo della nuova frontiera dell'intelligenza artificiale nella distribuzione e nella logistica e nella stampa digitale del libro fisico a seguito dell'esplosione dell'e-commerce, che ha comportato la nascita di nuovi temi da affrontare soprattutto nella qualità della vita complessiva degli operatori e dei lavoratori e di una riorganizzazione complessiva nel mondo del lavoro ancora in atto. Negli anni 90 il lavoro si svolgeva in un mercato fisico operativo dalle 9 alle 20, 6 giorni su 7. Oggi il mercato dei nuovi canali di vendita chiede una assistenza e una disponibilità dei prodotti 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, weekend compresi. Il digitale nella stampa dei libri (print on demand) sarà una delle risposte ad un mercato del libro che si evolve soprattutto nella moltiplicazione dei titoli pubblicati in tutto il mondo: in Italia i titoli in commercio oggi sono 1,4 milioni, i titoli pubblicati nel 2020 sono stati 77 mila. Erano 50 mila i titoli nuovi pubblicati nel 2000, e 400 mila i titoli in commercio.
D: Come cambierà il business editoriale e quali sono le strategie messe in campo dal suo gruppo per il prossimo futuro?
R: Le concentrazioni editoriali, distributive e del retail fisico e on-line da un lato e la maggiore specializzazione verticale nella conoscenza delle problematiche legate allo sviluppo del mercato del libro, sono i maggiori trend in atto nel business editoriale.
Nel mercato editoriale del libro un approccio capace di integrare la natura artigianale del settore con quella industriale sarà la vera sfida futura.
Una grande ricchezza di contenuti e creatività editoriali in un mondo di efficenza estrema nella diffusione e distribuzione dei contenuti fisici e digitali. Gli audiolibri, gli e-book, i podcast sono destinati a crescere in futuro come parte integrante di un mondo di libri fisici.
Emmelibri-Gruppo Messaggerie (la più grande piattaforma del libro in Italia) ha varato un investimento di 45 milioni in un nuovo centro distributivo a Stradella-Pavia (80 mila metri quadri, il più grande centro distributivo del libro in Europa) per l'automazione completa della distribuzione di circa 350 mila titoli di 800 editori che rappresentano il 45% del mercato del libro fisico in Italia.
Il nuovo centro distributivo sarà varato ad agosto 2022 e rivoluzionerà completamente la modalità di prelievo e di spedizione dei libri e di gestione semplificata delle rese che, ricordo, rappresentano il 25% del mercato. La crescita esponenziale dei titoli che segue a distanza lo sviluppo dell'e-commerce, il miglior servizio che le librerie fisiche dovranno offrire in competizione con l'e-commerce, la miglior gestione degli stock dei titoli e della rotazione, legata al print on demand e alla disponibilità immediata dei titoli, tramite l'automazione dei processi per una maggior velocità di evasione degli ordini al mercato, sono le sfide future che il nostro Gruppo, oggi leader nella distribuzione libraria, affronta con le proprie risorse e competenze.
Anche un mercato piccolo come quello del libro in Italia ( 1,5 miliardi di euro) nel 2021 crescerà a valore all'incirca del +15% verso il 2020, ma soprattutto del +10% verso il 2019, con un tasso di crescita mai visto negli ultimi trenta anni.
D: Ci saranno integrazioni trasversali con altri settori?
R: La vera sfida di fondo del futuro sono i giovani e la loro propensione alla lettura, costantemente in gara con altre fonti di intrattenimento. La pandemia ha accelerato e compresso, in un solo anno, fenomeni che si sarebbero sviluppati in modo naturale in una decina di anni: come ad esempio la crescita dell'e-commerce e la nascita di un mondo digitale a basso costo che hanno ridotto la distanza tra cultura e giovani, anche per merito di nuovi mezzi e contenuti culturali.
La crescita economica del nostro paese dei prossimi due-tre anni penso possa fare di nuovo la differenza anche per la crescita del mercato del libro e, attraverso una forte digitalizzazione nella promozione dei contenuti, nell'affezione dei giovani al libro fisico e digitale in generale. (riproduzione riservata)
Fonte: MF - Milano Finanza, Numero speciale 1986-2021.
Un articolo di Salvatore Licciardello.